6 aprile 2009, 22 istanti infiniti irrompono nei nostri sogni e ci
scaraventano in una realtà da incubo.
La terra si muove violentemente
portandosi appresso le nostre vite che da quella notte non saranno più
le stesse.
Il terremoto ci ha colpito alle spalle, subdolo e
insidioso, dopo averci abituato alla sua presenza, per poi sferrare
l'attacco finale, quello che ha distrutto la nostra città.
Una città
ferita a morte, una città sprofondata tra le macerie, una città
deturpata, mortificata e agonizzante.
Quel boato terrificante ha
interrotto il silenzio della notte, per fare spazio ad un altro
silenzio: quello del dolore.
Il dolore incolmabile di chi ha visto i
propri figli soffocare sotto le macerie, il dolore dignitoso di chi ha
visto le proprie case sgretolarsi come creta, il dolore muto di chi ha
perso il lavoro, il dolore disperato di chi cerca il proprio amico a
quattro zampe, il dolore rabbioso di chi ha visto svanire i propri
sogni e il dolore rumoroso dei volontati attivisti animalisti che
gridano per ad alta voce per salvare gli animali.
Questo è il terremoto
che ci ha sconvolto gli equilibri: è la fine di tutto e l'inizio di
tutto.
Questa è la mia città che non c'è più, questo è il contesto
reale in cui noi volontari operiamo per strappare ogni giorno alla
morte gli animali imprigionati e terrorizzati, una situazione in cui
difficoltà, tensioni, gioie, frustrazioni, azioni e parole si
amplificano. una realtà di continua emergenza, di continuo bisogno, di
continuo pronto intervento.
UNA REALTA' CHE SOLO CHI LA VIVE PUO'
COMPRENDERE E DESCRIVERLA AD ALTRI.
Ed è per questo che voglio tenere
viva la memoria, voglio ricordare chi soffre, ha sofferto e sta
soffrendo, chi dovrà attendere paziente che il tempo impietoso passi e
lenisca le ferite.
Voglio ricordare Concettina, dolce signora di Villa
S. Angelo, che ha aiutato me e Fabiana ad aiutare tutti i cani del
paese, chè è volata in cielo dopo ore e ore di agonia passate sotto le
macerie della propria casa, la stessa casa in cui ci ospitava quando
andavamo a prendere i cani.
Voglio ricordare centinaia di animali
rinchiusi nelle cantine, imprigionati nelle stalle, segregati nei
tuguri, strozzati dalle catene a cui l'uomo ha negato ogni
possibilità
di fuga quella maledetta notte e che sono volati in cielo come polvere
di stelle impalpabile.
Questo è il capitolo di un libro che non avrei
mai voluto scrivere ma che voglio pubblicare nella memoria di tutti.
Questa è la testimonianza di chi era lì e ha visto, vissuto, sentito,
provato, sofferto, discusso, litigato.
Questa è la mia testimonianza,
dove non ci sono parole, ma solo immagini.
Questo è il mio cuore
ferito.
E con questo cuore vi chiedo NON DIMENTICATECI, ABBIAMO ANCORA
BISOGNO DI VOI, I NOSTRI ANIMALI HANNO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO
PERCHE'
OGNI GIORNO ARRIVANO AL CANILE SANITARIO CANI E GATTI DISPERATI,
FERITI, UMILIATI A CUI LA VITA NON HA DATO PRIMA E HA TOLTO ADESSO CHE
MERITANO LA FELICITA' DI UNA CASA.
GRAZIE ELVIRA LE.A.L. - SEZ. AQ
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