L'Aquila, una città ferita.
Colpita da una tragedia inimmaginabile,
protagonista di un incubo senza risveglio.
Gli aquilani,
INSIEME
per gridare il proprio dolore e chiedere che i propri diritti
diventino i doveri di chi ci governa,
di chi DEVE MUOVERE I FILI DEL BENE COMUNE.
In 5.000, una marcia della pace verso Roma,
cittadini, sindaci, agenti della Polizia Municipale, dipendenti pubblici, pensionati, studenti....
GENTE PERBENE
Una marcia della pace,
con in cuore la speranza di essere ascoltati,
di poter far conoscere a una nazione intera i problemi
SAPIENTEMENTE TACIUTI DA UNA STAMPA DI PARTE.
Siamo partiti alle 7.00 da L'Aquila con gli autobus,
ci hanno aspettato all'uscita dell'autostrada Poliziotti e Vigili Urbani,
ci hanno scortato fino a Via dei Fori Imperiali dove siamo scesi
per andare verso Piazza Venezia direzione Parlamento Italiano,
l'organo che dovrebbe rappresentare la massima espressione della democrazia.
E lì abbiamo trovato la strada sbarrata,
poliziotti,
carabinieri,
guardia di finanza,
celerini
tutti schierati per impedirci l'accesso, per impedire l'accesso agli ....
sfollati.....
terremotati....
disoccupati.........
volontari..........
rappresentanti delle istituzioni..........
dipendenti pubblici...
Il regime del bavaglio
Il regime del divieto di accesso
Il regime dell'arroganza
Il regime dell'indifferenza
Il regime della censura
Ma noi abbiamo continuato la nostra marcia,
con dignità,
con caparbietà,
sotto il sole cocente,
asfissiati da un caldo torrido,
con i piedi gonfi,
con l'arsura che brucia la bocca
perchè c'eravamo il 6 aprile 2009,
siamo rimasti nella nostra città
nelle roulotte, nelle macchine e nelle tende
a lavorare per l'emergenza,
a lottare per i più deboli,
a difendere i diritti di una popolazione dilaniata
e c'eravamo anche oggi
Alcuni sono stati picchiati (il nostro amico Alfonso è stato preso a manganellate),
altri hanno avuto dei malesseri per il caldo,
ma non ci siamo arresi....
SIAMO ARRIVATI AL PARLAMENTO
POI A PALAZZO GRAZIOLI
INFINE AL SENATO
insieme a molti cittadini romani
che si sono uniti alla protesta
per combattere la nostra
BATTAGLIA
LA BATTAGLIA DELLA DEMOCRAZIA
LA BATTAGLIA DELL'UGUAGLIANZA
LA BATTAGLIA DELLA GIUSTIZIA
A TESTA ALTA COME SEMPRE
perchè
"
Giovanni Falcone
Colpita da una tragedia inimmaginabile,
protagonista di un incubo senza risveglio.
Gli aquilani,
INSIEME
per gridare il proprio dolore e chiedere che i propri diritti
diventino i doveri di chi ci governa,
di chi DEVE MUOVERE I FILI DEL BENE COMUNE.
In 5.000, una marcia della pace verso Roma,
cittadini, sindaci, agenti della Polizia Municipale, dipendenti pubblici, pensionati, studenti....
GENTE PERBENE
Una marcia della pace,
con in cuore la speranza di essere ascoltati,
di poter far conoscere a una nazione intera i problemi
SAPIENTEMENTE TACIUTI DA UNA STAMPA DI PARTE.
Siamo partiti alle 7.00 da L'Aquila con gli autobus,
ci hanno aspettato all'uscita dell'autostrada Poliziotti e Vigili Urbani,
ci hanno scortato fino a Via dei Fori Imperiali dove siamo scesi
per andare verso Piazza Venezia direzione Parlamento Italiano,
l'organo che dovrebbe rappresentare la massima espressione della democrazia.
E lì abbiamo trovato la strada sbarrata,
poliziotti,
carabinieri,
guardia di finanza,
celerini
tutti schierati per impedirci l'accesso, per impedire l'accesso agli ....
sfollati.....
terremotati....
disoccupati.........
volontari..........
rappresentanti delle istituzioni..........
dipendenti pubblici...
Il regime del bavaglio
Il regime del divieto di accesso
Il regime dell'arroganza
Il regime dell'indifferenza
Il regime della censura
Ma noi abbiamo continuato la nostra marcia,
con dignità,
con caparbietà,
sotto il sole cocente,
asfissiati da un caldo torrido,
con i piedi gonfi,
con l'arsura che brucia la bocca
perchè c'eravamo il 6 aprile 2009,
siamo rimasti nella nostra città
nelle roulotte, nelle macchine e nelle tende
a lavorare per l'emergenza,
a lottare per i più deboli,
a difendere i diritti di una popolazione dilaniata
e c'eravamo anche oggi
Alcuni sono stati picchiati (il nostro amico Alfonso è stato preso a manganellate),
altri hanno avuto dei malesseri per il caldo,
ma non ci siamo arresi....
SIAMO ARRIVATI AL PARLAMENTO
POI A PALAZZO GRAZIOLI
INFINE AL SENATO
insieme a molti cittadini romani
che si sono uniti alla protesta
per combattere la nostra
BATTAGLIA
LA BATTAGLIA DELLA DEMOCRAZIA
LA BATTAGLIA DELL'UGUAGLIANZA
LA BATTAGLIA DELLA GIUSTIZIA
A TESTA ALTA COME SEMPRE
perchè
"
Giovanni Falcone